Miti da sfatare – la spada (parte seconda)


Come promesso, affronterò l’argomento del confronto tra la spada giapponese e la spada medievale. La prossima volta, magari con l’aiuto di Fabio, ci sarà un articolo “serio” sulla katana, seguito da uno, spero altrettanto serio, sulla spada a due mani tardo rinascimentale.

Per questa volta però voglio divertirmi e mostrare un video che rappresenta abbastanza bene un condensato di “miti da sfatare”, sia sulla katana che sulla spada medievale. Premetto che il mio sarcasmo si indirizzerà di più sulla spada medievale perché mi sento più preparato sull’argomento, ma ogni commento è bene accetto.

Il video è mitico, se non altro perché è presentato dal sergente di Full Metal Jacket.

OK, andiamo per ordine. Tralasciando l’assurda parlata da ‘mmericano awanaghana, che mi fa venire l’orticaria, e tralasciando il sensazionalismo di cui è permeato il video, osserverei che:

1) se proprio si vuole fare un confronto tra le performance di due armi così diverse (e ho qualche dubbio che si possa fare), si abbia almeno la decenza di sceglierle di qualità paragonabile. Non sono abbastanza esperto da giudicare una katana a prima vista, ma la spada lunga scelta per il confronto è di qualità  dubbia. Innanzitutto l’arte di creare le katana non si è mai estinta ed è tuttora viva e vegeta, per cui è lecito presumere che la qualità media delle armi giapponesi moderne sia simile a quella del giappone medievale, o forse superiore. Sicuramente non soffre del difetto di tutte le spade occidentali, cioè di essere una riproduzione almeno parzialmente inventata, e per di più di qualità estremamente variabile. Per rendersi conto delle sorprese che può riservare la varietà di riproduzioni moderne di spade antiche, si guardi questo video illuminante:

Ne riparleremo, ma fin da ora si noti che la spada medievale a due mani, secondo testimonianze storicamente attendibili, era in grado di tranciare una gamba a una persona. Nel video non riesce nemmeno a scalfire un giubbotto di pelle (perché chiamarlo “leather armor” come fa “awanaghana” è davvero troppo!), ma ciò potrebbe essere dovuto ad un uso non corretto.

2) awanaghana maneggia la spada lunga e la katana allo stesso modo, cioè come un idiota. La spada lunga, se usata per troncare, deve impattare il più vicino possibile al Centro di Percussione. E’ per questo che non riesce a rompere il ghiaccio, perché colpisce con il “forte” della spada, cioè con un punto troppo vicino all’impugnatura rispetto al centro di percussione. Per trovare il centro di percussione di una spada basta darle un bottarella e far vibrare la lama. Dove vibra di meno è il centro di percussione.

Anche la katana, che evidentemente quando si tratta di tagliare non teme confronti, viene maneggiata dall’ammmericano come se fosse una mazza. Il tipo con la barba sembra meglio, ma alla fine è solo chiacchiere e distintivo pure lui.

3) Il test con i vegetali è un pretesto per farmi urlare ai quattro venti una cosa che mi tengo dentro da anni: “oh voi che vi sentite tanto fighi a tagliare verdure con il kiai e l’aria da samurai incazzati, sappiate che SIETE RIDICOLI! FATE RIDERE! RIDEREEEE!!!!! Non avete nemmeno rispetto per l’arma che usate, che prima di tutto è il simbolo di una cultura e di un senso di responsabilità e decoro che voi “samurai moderni” vi sognate! CAPRE! CAPRE! CAPRE!” L’unico test abbastanza utile per capire se uno sa tagliare è il classico fascio di bambù, che offre una certa resistenza ma al tempo stesso una insidiosa flessibilità. I cavoli li taglia anche mia madre con un semplice coltello da cucina. Punto.

4) Il test contro l’armatura di pelle è una farsa. Come prevedibile, la katana brilla perché, con quel gingillo, quando c’è da affettare anche awanaghana ci riesce. Peccato che non si tratti di una vera armatura di cuoio. Sono vestiti. Do you understand awanaghana? Clothes! L’armatura di cuoio medievale era fatta di cuoio trattato per diventare rigido. Pensate, come approssimazione, alla corazza romana con gli addominalazzi in rilievo. Ecco, awanaghana, adesso taglia quella. A fare il figo tagliando il giubbotto di Fonzie sono capaci tutti.

Pazzesco che la spada lunga non riesca a far breccia in quel bikini, ed è qui che mi sono sorti dubbi seri sulla lama usata per la prova. Date un’occhiata al video di questo matto che si rade con la spada lunga (ma quanto si deve essere nerd? Neanche Mescal78 arriverebbe a tanto):

Un’arma affilata così non può non tagliare la pelle conciata. E poi mi spiegate perché con la spada lunga awanaghana tira una mazzata in orizzontale su una parte molle del manichino e con la katana fa un bel yokomenuchi sulla spalla?

Nota di colore: se state attenti awanaghana dice che dopo il colpo alla spalla il nemico avrebbe perso “parte dell’intestino”, mentre il taglio arriva sì e no allo sterno. Magari la disposizione degli organi interni sottosopra vale per lui che ha la testa al posto del culo, come la maggior parte dei gradassi a stelle e strisce.

5) Il test della corazza di metallo era il più interessante ed è anche quello fatto peggio. A parte il fatto che la katana non era fatta per perforare corazze di acciaio come quelle in uso nel tardo medioevo, ma qualcuno riesce a vedere una differenza tra i due colpi? io no. Awanaghana afferma che la katana ha maggiore penetrazione, e forse è vero. Tuttavia ha anche una minore flessibilità della lama e la punta si rovina un po’. La spada lunga non era fatta per penetrare di punta attraverso una corazza, a quello ci pensava lo stocco. Nella prova di “taglio”, ancora una volta la katana sembra avere la meglio. Restano i miei dubbi sulla qualità della spada lunga, ma tant’è.

Un’altra nota interessante: la katana è circondata da un’aura di misticismo e leggenda tale da rendere chi la brandisce parte di una specie di filo conduttore attraverso i secoli. Chiunque maneggi una katana si sente un po’ samurai, poche ciance. Questo potrebbe giustificare anche il fatto che nei colpi con la katana awanaghana è più concentrato, più rispettoso e forse inconsciamente ci mette più impegno. D’altro canto il mito della spada medievale come mazza con il filo è duro da sfatare. Persino obiwan kenobi di fianco ad awanaghana se ne esce con una cosa vera mista ad una cazzata (traduco parafrasando): “Il combattimento con la katana non era tanto un fatto di spade che cozzano tra loro, era più una questione di sviluppare il corretto gioco di gambe per trovare l’angolo giusto e tagliare”. Vera la parte sul gioco di gambe e l’angolo giusto, falsa la parte secondo cui il combattimento medievale era fatto di spade che cozzano tra loro. Era complesso e astuto, pieno di trucchi sporchissimi per guadagnare il vantaggio (come del resto il combattimento con la katana) e con una varietà superiore di tecniche di controtaglio, rese possibili dalla lama a doppio filo. Mi spingerei a dire che le tecniche per disarmare l’avversario erano sviluppate in modo paritario, anche se diverso, nelle due culture. Certamente la katana è un’arma da maneggiare più in agilità rispetto allo spadone, se non altro per il peso diverso delle armi e perché il gesto tipico di affettare richiede una mobilità diversa rispetto al “chopping” della spada lunga.

Awanaghana se ne infischia di queste sottigliezze e il confronto termina con un “katana wins” che mi ricorda il finale dei combattimenti di Mortal Combat, e probabilmente è fatto con lo stesso spirito.

FATALITY! Pagliacci yankee.

Miti da sfatare – La spada


Questa, per quanto fichissima, NON è una spada medievale.

I film fantasy e certe fiere di paese in cui si svolgono rievocazioni storiche ci hanno assuefatto ad un’immagine della spada medievale molto distante dalla realtà. La spada medievale viene considerata un pezzo di ferro rozzo, se paragonato ad armi più blasonate, come la katana giapponese, vero e proprio oggetto di venerazione da parte degli appassionati (una venerazione spesso mal riposta, ma questo sarà argomento di un autonomo post). Si pensa che la spada medievale fosse pesante e goffa, equivoco alimentato soprattutto dalla pessima qualità delle riproduzioni moderne, e che il combattimento con essa fosse più un fatto di forza bruta che di tecnica. Tutte queste nozioni si rivelano, alla realtà dei fatti, miti da sfatare. Oggi vi faccio un riassunto delle nozioni generali sulla spada che sono riuscito a raccogliere e nei prossimi post approfondirò alcuni degli aspetti più interessanti.

Le spade “vere”, quelle progettate e costruite per prevalere sul campo di battaglia, erano di fattura tendenzialmente uniforme in Europa occidentale fino a metà del Trecento. Innanzitutto non erano bellissime a vedersi: molto spartane, anche se non prive di una loro eleganza, avevano una lama a doppio filo lunga in media da 90 a 120 cm, una guardia a croce molto semplice e un pomello di varie forme e dimensioni, a seconda della lama a cui faceva da bilanciamento. A proposito di bilanciamento: il baricentro ricadeva sulla lama all’incirca a 10 cm dalla guardia, a differenza delle riproduzioni moderne, che hanno un bilanciamento molto spesso sbagliato. Il peso oscillava tra il chilo e mezzo e il chilo e otto: molto meno di quanto si potrebbe sospettare! Tutto sommato non era necessaria una gran forza per maneggiarla. Ovviamente alla lunga anche un peso così contenuto stanca anche il braccio più forte, specialmente se si considera il fatto che gli attacchi, per superare le protezioni avversarie, dovevano essere portati con una certa energia. Il filo era generalmente molto ben fatto e resistente: la spada medievale tagliava eccome, altro che fendenti menati a caso quasi fosse “una mazza con il filo”! Continua a leggere

Miti da sfatare


Ultimamente la mia occupazione, oltre a masterizzare ogni due settimane una sessione di Dungeon Hack, consiste nel fare ricerche storiche per ricompilare in maniera ragionata l’elenco degli equipaggiamenti disponibili ai personaggi. Siccome ero stanco di copiare passivamente le liste di altri giochi, tutt’al più rielaborandole un po’, ho deciso di arrivare alla versione 1.0 di Dungeon Hack con una lista equipaggiamenti perfettamente rispondente alla mia idea dell’ambientazione di default del gioco. Si tratta in verità di un’ambientazione fantasy “classica”, per cui ho fissato come riferimento culturale e temporale la prima metà del XV secolo europeo. Sarò banale, ma per me fantasy e medioevo sono un’accoppiata vincente, specialmente per un gioco dichiaratamente “old school”, almeno nello spirito.

Il problema che ho dovuto affrontare da subito è stato superare i luoghi comuni del genere, documentandomi in maniera diretta piuttosto che accettando per buoni i risultati di altri. Chi ha detto che uno spadone deve pesare 4,5 kg? Perché il costo indicativo è di 30 mo? Quanto pesava un’armatura completa? I primi risultati di questa indagine sono stati sorprendenti, almeno per me, e le sorprese promettono di non finire qui dato che ho appena iniziato a grattare la superficie.

Ho quindi deciso di pubblicare sul blog le mie “scoperte”, ben sapendo che i più colti o informati le giudicheranno banali o scontate, perché sono fermamente convinto che una conoscenza più approfondita di alcune realtà storiche su cui si basano i giochi di ruolo di fantasia non possa che migliorare l’esperienza di gioco. Non si tratta di “articoli” veri e propri in cui voglio insegnare qualcosa a chicchessia, piuttosto di un diario personale aperto a tutti, nel vero spirito del blog. Detto ciò, ho motivo di credere che siano in tanti a vivere nello stato di ignoranza in cui versa il sottoscritto, se non altro perché non tutti si sono attivamente dedicati allo studio della storia o dell’oplologia e perché, a detta di alcuni esperti del settore, sembra che vi sia una generalizzata tendenza ad aderire ai luoghi comuni non soltanto tra i giocatori di ruolo, ma anche tra i gruppi di rievocazione storica in costume e i gruppi di scherma medioevale. Ho intitolato questa sezione “Miti da sfatare”, nella speranza che alcune delle questioni sollevate stimolino un dibattito costruttivo basato su prove scientifiche e storiche piuttosto che su triti luoghi comuni.

Come antipasto, oggi parliamo di lotta disarmata. Continua a leggere