L’allineamento è una regola di Dungeons&Dragons che non ha mai mancato di suscitare polemiche e perplessità. Connaturato alle meccaniche di gioco del D&D al punto da risultarne inscindibile senza fare pesanti aggiustamenti al resto delle regole, soprattutto per quanto riguarda la magia, l’allineamento morale spesso non è compreso dai giocatori nelle sue più intime implicazioni. Con questo articolo incominciamo a scavare nella storia dell’allineamento per cercare di capirlo meglio.

Incominciamo con la “scatola rossa”, ovvero l’edizione del 1983 edita in Italia dalla Editrice Giochi, traduzione dell’edizione del gioco curata da Frank Mentzer. L’allineamento nella “scatola rossa” era descritto in maniera bizzarra. Vi erano tre allineamenti, che erano definiti come i “modi di vita che guidano le azioni dei personaggi” ed erano: la Legge, il Caos e la Neutralità.
“La Legge (o Allineamento Morale legale) è la convinzione che tutto debba rispettare un ordine, e che il modo naturale di vita sia quello di obbedire alle regole. Le creature legali cercheranno quindi di dire la verità, di rispettare le leggi e tutte le creature viventi. I personaggi legali si sforzeranno di mantenere sempre le loro promesse. Cercheranno insomma di obbedire alle leggi fin quando le leggi siano eque e giuste. (…) Il comportamento “Legale è di solito assimilabile a quel comportamento che normalmente definiamo “Buono”.”
“Il Caos (o Allineamento Morale caotico) è l’opposto della legge. Per esso l’idea dominante è che la vita sia dominata dal caso, dalla sorte e dalla fortuna. Ogni cosa avviene casualmente e nulla può essere previsto. Le leggi sono fatte per essere infrante, fintanto che una persona riesca a farla franca. Non è importante mantenere le promesse e può essere vantaggiosa sia la menzogna che la verità. Per una creatura caotica l’individualità è la cosa più importante. L’egoismo è la sua condotta normale ed il gruppo non conta niente. I caotici agiscono spesso Continua a leggere