Ancora qui!


Presto aggiungerò qualche articoletto. Pazienza…

Intanto metto in pre-allarme i membri della Gilda Cacciatori Sedentari di Draghi: domenica pomeriggio è possibile una sessione di Dungeon Hack per chiunque sia interessato/disponibile. Non sono sicuro, ma intanto fate pervenire eventuali adesioni.

E’ sempre più difficile ma… keep gaming.

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Pennymaster è ancora vivo, si sta solo facendo due palle così… – (c) Enrico Penaglia 2015

Il gioco astratto e i dettagli narrativi


2014-12-30 18.05.26
You don’t know… the powah.. of the RULES!

Ovvero: “del perché D&D vada giocato rispettando l’astrattezza del suo regolamento e di come questo rispetto venga ripagato da esperienze di gioco intense”.

Qualche giorno ho partecipato a una sessione a Starwars Saga Edition ed è capitata la seguente situazione:

Il mio Jedi si avvicina a uno stormtrooper imperiale e lo attacca con la spada laser. Lo colpisce, gli fa un tot di danni (12, 14, non ricordo). A quel punto tocca allo stormtrooper, che spara al jedi e lo becca.

Io, un po’ risentito, faccio il seguente ragionamento: “cavolo, la spada laser taglia anche il metallo e questo qui sopravvive a un colpo di spada laser?”. Che se volete è una variante del “ma che cacchio rappresentano i punti ferita?” Siccome a questa domanda ho già risposto in un altro post, mi concentrerò su un’altra riflessione che questo evento banale mi ha indotto.

Spesso, quando si gioca a D&D o simili, si scivola senza saperlo verso altri giochi, o meglio verso altre concezioni di gioco. In questo caso, mi ero immedesimato davvero in un jedi che brandisce l’arma più pericolosa dell’universo e mi ero immaginato me stesso che colpisco lo stormtrooper con un fendente e – come minimo – lo sego a metà. Quando lo stormtrooper non solo è rimasto in piedi, ma mi ha pure risposto per le rime, ho provato delusione. La delusione è la diretta conseguenza dell’illusione. Non si può essere delusi se prima non ci si è illusi. E la mia illusione era costituita dal precorrere gli eventi con la fantasia. Invece i giochi come D&D richiedono che il tiro di dado venga effettuato senza preconcetti sui dettagli dei risultati dell’azione. Continua a leggere

Il discorso di Capodanno di Pennymaster


d6Finite le libagioni natalizie, rieccoci a parlare di GDR. Ho trascorso buona parte del mio tempo libero a riordinare gli appunti presi durante la campagna di SDG fantasy e ad apportare le conseguenti modifiche al Manuale di Gioco e ora sento l’esigenza di fare il punto della situazione. Sono consapevole del fatto che dovrei concentrarmi sul “qui e adesso”, che attualmente è costituito dal gioco Dungeon Hack e dalla relativa campagna ambientata nei Forgotten Realms, ma il progetto SDG mi sta molto a cuore. E’ un gioco promettente e spero che ci torneremo ancora. Il fatto è che Dungeon Hack e SDG, pur avendo un antenato in comune, sono due giochi diversi e complementari. Queste riflessioni mi hanno suscitato altre riflessioni, più generali, volte a capire perché facciamo quello che facciamo nel modo in cui lo facciamo.

Dungeon Hack soddisfa la mia voglia di “Old School”. E’ figlio di OD&D (almeno in spirito) e ne ricalca le meccaniche e le atmosfere. La magia è uguale, il combattimento è simile, si tratta di un gioco astratto e tattico, da giocare senza troppe menate. E’ fatto per addentrarsi in dungeon oscuri e puzzolenti, combattere mostri che sono lì solo per essere massacrati, accaparrarsi tesori e oggetti magici e uscire alla ricerca di un altro dungeon. Almeno nelle intenzioni. In realtà, presto le cose prendono una piega inattesa, i giocatori vogliono imprimere a una campagna una svolta particolare o semplicemente seguono la corrente e quello che doveva essere una specie di HeroQuest un po’ meno schematico diventa un pretesto per forzare i limiti del sistema e vivere ogni genere di avventura, senza però avere un regolamento adeguato. E’ un po’ quello che è successo al nostro gruppo con D&D. Siamo partiti in pieno spirito Old School, ma presto ci siamo spostati verso territori alla Dragonlance (se non capite questi riferimenti, vi consiglio ancora una volta di interrompere la lettura e andare a leggere questo ottimo articolo su Cronache del Gatto sul Fuoco. andate, andate, non mi offendo, anzi ne uscirete arricchiti e così poi ci capiamo meglio)……

…..

Fatto?

Dicevo, siamo partiti dall’Old School ma in un periodo in cui furoreggiava lo stile epico alla Dragonlance. Risultato: abbiamo giocato per anni con il regolamento OD&D campagne di stampo diverso da quelle che sarebbero state pertinenti al regolamento stesso… fregandocene altamente e divertendoci come matti, ovvio.

Oggi abbiamo il nostro gioco di dungeon, Continua a leggere

Oh oh oh!!


Tanti auguri di buon Natale e buone feste a tutti gli amici della Gilda Cacciatori Sedentari di Draghi e a tutti i lettori del blog! Vi auguro di trascorrere qualche giorno in serenità e di trovare un po’ di tempo da dedicare al nostro amato hobby.

Volevo fare un’illustrazione natalizia ma mi è venuto fuori questo:

Buon Natale, bambini! Oh Oh Oh! -  © Enrico Penaglia 2014
Buon Natale, bambini! Oh Oh Oh! –
© Enrico Penaglia 2014

Mi sa che mi devo far vedere da uno bravo…

Keep gaming.

Interpretare PNG intelligenti – parte seconda


levelonehumanOggi vi parlo dei punteggi di Caratteristica, concentrandomi sui tre “mentali”. In passato avevo già toccato l’argomento dal punto di vista dei giocatori (qui e qui). Oggi invece ne parliamo nell’ottica del Master, che deve trarre il massimo da queste tre statistiche scarne per avere un’idea di come interpretare il relativo PNG (o mostro). La solita avvertenza: non voglio insegnare niente, le mie sono solo elucubrazioni personali che mi tornano comode quando devo decidere come interpretare il significato delle Caratteristiche. Non si tratta in alcun modo di interpretazioni “ufficiali” e certamente valgono quanto quelle di chiunque altro. Anzi, sarei contento che i lettori evidenziassero eventuali approcci personali diversi dal mio, per arricchire il mio bagaglio di “sporchi trucchi da Master”.

Detto questo, iniziamo il pippone mentale.

Il segreto di Pulcinella delle Caratteristiche è che vanno interpretate le une per mezzo delle altre. Non è tanto il singolo valore che conta, quanto la loro combinazione. In particolare, il valore di Intelligenza ha un gran bisogno di essere delimitato facendo ricorso a Saggezza e Carisma.

L’intelligenza umana è qualcosa di molto difficile da definire. Non esiste allo stato attuale una definizione ufficiale e univoca del concetto di intelligenza. Dal punto di vista etimologico:

Intelligenza (s. f.) – dal sostantivo latino intelligentĭa, a sua volta derivante dal verbo intelligĕre, “capire”.

Secondo alcuni intelligĕre sarebbe una contrazione del verbo latino legĕre, “leggere”, con l’avverbio intŭs, “dentro”; chi aveva intelligentĭa era dunque qualcuno che sapeva “leggere-dentro”, ovvero “leggere oltre la superficie”, comprendere davvero, comprendere le reali intenzioni. Secondo altri, intelligĕre è invece una contrazione di legĕre con la preposizione ĭnter, “tra”; in tal caso avrebbe indicato una capacità di “leggere tra le righe”, stabilire delle correlazioni tra elementi.

(da Wikipedia, voce “Intelligenza”)

Mi piace molto il “leggere tra le righe”, anche se con tutta evidenza il concetto di intelligenza come sinonimo di “capire” è un po’ troppo vago per i nostri scopi. Continua a leggere

Si ricomincia!


Pennymaster is back!
Pennymaster is back!

Bella giornata, ieri.

Ero in astinenza da “GDR giocato” e le tre ore risicate di domenica pomeriggio sono state un toccasana. Ho giocato, e questa è già una vittoria. Poi, ho potuto provare sul campo la nuova incarnazione di Dungeon Hack. Chi mi segue da un po’ mi avrà già sentito parlare di questo sistema, che sto rimaneggiando da qualche anno. In sostanza, dopo tante versioni e innumerevoli cambi di rotta, mi sono rassegnato: Dungeon Hack non vuole morire. Avevo deciso di congelarlo per sempre per favorire il Sistema della Gilda, più profondo e orientato al low fantasy, e invece sono arrivato a un punto della mia vita in cui avevo bisogno di un sistema rapido e brutale, “vecchia scuola”, per sopravvivere all’inferno di pannolini e notti insonni in cui vivo da due mesi. Dungeon Hack faceva al caso mio. Ecco quindi che una provvidenziale svecchiata ha riportato in auge un sistema che – lo dico subito – non vedrà mai la luce “ufficialmente”, dato che da sistema di GDR autocostruito ma fondamentalmente originale si è trasformato in una sorta di mostro di Frankenstein fatto con un sistema originale di risoluzione delle azioni basato sul d20, più pezzi di tutte le edizioni di Dungeons & Dragons (in particolare il sistema di magia).

Ovvio che non me la senta di pubblicare materiale altrui, anche se pesantemente modificato. In realtà, se mi applicassi e ne avessi il tempo, potrei modificare le regole quel tanto che basta da farle rientrare senza problemi nella licenza d20, ma non è un lavoro che posso fare nell’immediato. Quindi l’attuale Dungeon Hack circolerà solo nelle aule segrete della Gilda Cacciatori Sedentari di Draghi; verrà passato sottobanco in vicoli poco illuminati, quasi fosse una sostanza stupefacente; coloro che verranno in contatto con il regolamento dovranno fare voto di segretezza a pena di smembramento, corrosione nell’acido e asportazione di tutti i peli del naso uno per uno. Di sicuro non lo troverete online, ed è un peccato perché, che ci crediate o no, penso di aver fatto un lavoro decoroso, che ha due pregi:

1) riproduce fedelmente lo spirito della BECMI (o meglio della BE, dato che ci fermiamo lì), senza però le cose della BECMI che oggigiorno sembrano un po’ troppo strane (per avere un’idea di quello che ho eliminato date un’occhiata a questo articolo);

2) è compatibile con tutte le avventure pubblicate di tutte le edizioni di D&D, tranne forse la quarta. Come è possibile? Non è possibile, infatti. A meno che non ci si faccia problemi a giocare avventure “sbilanciate”, in cui i PG rischiano la pelle a ogni piè sospinto perché mostri e trappole sono sempre troppo letali per loro… ehi, ma questo è lo spirito del vecchio D&D! Ce l’ho fatta! Ho fatto quadrare il cerchio!

Ehm… scusate.

Diciamo, più realisticamente: è un giochino carino senza pretese, in cui posso permettermi di riciclare le statistiche dei mostri delle avventure pubblicate senza nemmeno cambiarle, anche se però le medesime statistiche vanno lette in modo diverso. Un esempio? I tiri salvezza mi servono per determinare come combatte un mostro. TS: G12 significa che il mostro combatte come un guerriero di livello 12. Le regole di combattimento però sono le mie. Tutto qui, niente che faccia gridare al miracolo, ma ieri ci siamo divertiti. Mi piacerebbe che i giocatori commentassero per darmi un feedback, ma a me è sembrato divertente, molto simile a quando abbiamo iniziato tanti anni fa.

Gli amici del blog che non fanno parte della cerchia ristretta dei giocatori della Gilda diranno: ma a me, che me ne cale?

In realtà, tutto questo una ripercussione positiva sul blog ce l’avrà. Intanto gioco, e se gioco scrivo, e se scrivo c’è una remota possibilità che quello che scrivo interessi a qualcuno.

In secondo luogo, questo regolamento mi ha gettato a capofitto nella Old School Renaissance, ancor più di prima. Il che significa che gli argomenti su cui mi concentrerò saranno: OSR, retrocloni, vecchi modi di intendere il gioco, aspetti interessanti del D&D “cross-edition”, tecniche di costruzione di dungeon e di masterizzazione retro, eventuali recensioni di moduli datati ma ancora buoni.

Staremo a vedere. Intanto, keep gaming.

Dio è morto, Marx è morto e anch’io oggi non mi sento molto bene


Il blog langue. Da diversi mesi non scrivo e ogni giorno in più che trascorre senza che io mi decida a metterci mano di nuovo è un giorno di agonia. I membri della Gilda Cacciatori Sedentari di Draghi sanno che il motivo principale di questa inerzia è la mia perniciosa tendenza a riprodurmi, che ha fatto sì che il mio tempo libero si sia ridotto ai minimi storici. Quando hai un nanerottolo frignante che mangia ogni due ore (giorno e notte), una nanerottola frignante appena più grande (ma gelosa del fratellino), un lavoro in proprio e una giornata composta soltanto di ventiquattro ore, una pesante pietra tombale cala inesorabile su di te e sul gioco di ruolo…

… ma aspettate! E’ una mano quella che striscia da sotto la pietra? E’ forse il rantolo di un non morto quello che si sente nell’aria? O forse è Pennymaster che emerge dall’oltretomba? Presto, sollevate il coperchio del sarcofago, il nostro eroe non è ancora morto! Egli VIVE! E’ malconcio, puzza un po’ di stantio, barcolla un po’… lo stiamo perdendo, somministrategli 20 cc di “old school dungeon crawling” direttamente in vena!

Pfiuu… è stabile, ma è meglio tenerlo sotto osservazione.

Nei prossimi giorni vedremo come risponde alle cure.

Puro genio


Da un po’ di tempo trascuro i miei venticinque lettori e non pubblico niente di interessante. Colpa della pausa di riflessione dal masteraggio e di innumerevoli vicissitudini della vita che non riguardano il gioco di ruolo e perciò sono del tutto irrilevanti. Fatto sta che il blog langue e mi sta venendo il blocco dello scrittore.

Deliberatamente quindi pubblico una cosina leggera leggera, giusto per dare il messaggio che sono vivo e per scaldare i muscoli. Nel frattempo, preparo un paio di articoletti che spero si riveleranno interessanti e che pubblicherò a breve.

Keep gaming.

 

Nuova campagna Star Wars (Saga Edition)


Ultimo post prima della pausa pasquale. Ieri sera si è svolta la prima sessione della nuova campagna di Star Wars (Saga Edition) con al timone non più il vecchio e logoro Pennymaster, bensì l’aitante (si fa per dire) Mescal.

Star_Wars_Roleplaying_Game_Saga_Edition_Core_Rulebook
Luke, IO sono tuo padre! NOOOOO!!!!

I motivi di soddisfazione sono molteplici. I più personali sono presto detti: adoro Star Wars ed era da un po’ che sentivo l’esigenza di staccare dalla routine di Master facendo solo il giocatore. E mi ci sono divertito. Ma proprio un casino.

I motivi più generali, che possono interessare anche i lettori del blog, sono di tipo “tecnico”. Non avevo mai sentito parlare della Saga Edition e per la verità ho sempre snobbato un po’ i giochi d20 che non fossero D&D. Per di più, il gioco di ruolo di Star Wars non mi attirava molto, per lo stesso motivo per cui non amo i fumetti e i romanzi di Star Wars, e per lo stesso motivo per cui anche i giochi per pc mi hanno sempre lasciato un po’ freddino. Detto in termini semplici: per me Star Wars è la Trilogia. Se mi chiedete “quale?” uscite da questo blog immediatamente. La Trilogia. Già la seconda trilogia (con la t minuscola) è un prequel che fatico a digerire, ma ok, non facciamo gli schizzinosi. Tutto il resto però “non è canone”. Quello che è detto in Star Wars è tutto ciò di cui ho bisogno per sognare. Quando vedo milioni di siti internet che disquisiscono sulla configurazione della Galassia nel periodo X oppure sulle origini dell’alieno che compare per quattro fotogrammi nella Cantina a Mos Esley mi viene un senso di rigetto. Troppa complessità, troppe spiegazioni, troppe razionalizzazioni. Quando vidi per la prima volta SW, mi colpì come un pugno nello stomaco, la mia fantasia di bambino fu sconvolta dalle fondamenta. Da allora SW è lì, immobile e sospeso nel tempo, immutabile e perfetto. Non è più proprietà neppure dell’autore, è solo mio. Quando quel puzzone quell’abile esperto di marketing di Lucas mi ha sostituito l’immagine finale del Ritorno dello Jedi per metterci la faccia di Anakin da giovane, avrei reagito con un bel rogo medievale, altroché. L’invenzione dei midi-chlorian per razionalizzare un concetto mistico come la Forza è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Di ciò che è successo dopo Il Ritorno dello Jedi non so nulla, almeno fino all’uscita del prossimo film.

Detto questo, si comprende come ogni “espansione” più o meno fedele del mondo di SW come descritto nei film mi trovi come minimo scettico. Credetemi quindi quando vi dico che questo SW Saga Edition è un gran bel gioco. Usa il d20, accuratamente modificato per fluire con maggiore rapidità. Il sistema è davvero facile da assorbire, soprattutto se si ha un’infarinatura di D&D. E’ un gioco pensato per adattarsi a varie “ere” dell’Universo SW (tre, per la precisione), ma non contiene quasi niente che non sia stato presentato nei film e in compenso contiene TUTTO ciò che è stato presentato nei film, esposto con chiarezza e con rispetto per la suscettibilità dei fans come me, cioè schizzinosi e un po’ rompiballe, che dalle mie parti vengono detti “mazapiöcc” (lett. ammazzapidocchi). Creare il personaggio richiede circa un quarto d’ora a un neofita, che non è molto trattandosi di d20. Non farò una recensione perché il gioco è vecchio e molti lo conosceranno già, mentre quelli che non lo possiedono dovranno adattarsi a scaricarne una versione scannerizzata in loschi circoli torrent di cui non parleremo perché sono kattivi e violano il copyright. Butti, butti, non ci fa. Gno gno.
 Comunque un punto di forza del gioco è il fatto che rende giocabile un mondo fantasy cinematografico, fornendo dettagli tecnici e indispensabili statistiche senza appesantirlo con regole eccessive e rimanendo fedele allo spirito originale della saga.

Mescalmaster è stato bravissimo, forse perché è un fan ancora più accanito di me e conosce benissimo l’ambientazione. Forse perché condivide la mia riverenza per i film e la loro connotazione non tanto fantascientifica quanto fantasy. Grazie Mescal per l’impegno profuso e per i dettagli (gente, ha comprato le miniature per l’occasione e si è presentato con tanto di mappa a colori della galassia!). L’impressione è che il mio padawan sia stato graziato più volte da alcuni modificatori ad hoc buttati lì dal buon Master giusto per evitare tragedie alla prima sessione, ma magari mi sbaglio. Quando avremo giocato qualche sessione in più, riprenderò il discorso per fare un quadro più completo del gameplay di questo gioco. Per ora l’impressione è molto positiva.

Keep gaming e buona Pasqua. E che la Forza sia con voi.

Pennymaster… sei stato nominato!


 

boomstickaward2014O meglio, il blog è stato nominato da ben tre amici che ci hanno fatto l’onore di inserirlo nella loro top-seven. Forse non tutti sanno cosa sia il Boomstick Award. In pratica è una catena di Sant’Antonio fatta di pacche sulle spalle che ci diamo a vicenda noi poveri bloggers: ognuno ne nomina 7, i quali a loro volta ne nominano altri 7 ciascuno. In una decina di passaggi domineremo il mondo. Oppure no.

Se non capite il riferimento al “boomstick” e neanche l’illustrazione vi mette sulla strada giusta, cosa ci fate qui? Non siete abbastanza strani per questo blog e certamente non meritate una nomination.

Altrimenti leggete le regole, che copio e incollo dal sito dell’autore, e diffondete il Verbo nel mondo.

Per conferirlo, è assolutamente necessario seguire queste semplici e inviolabili regole:

1 – i premiati sono 7. Non uno di più, non uno di meno. Non sono previste menzioni d’onore

2 – i post con cui viene presentato il premio non devono contenere giustificazioni di sorta da parte del premiante riservate agli esclusi a mo’ di consolazione

3 – i premi vanno motivati. Non occorre una tesi di laurea. È sufficiente addurre un pretesto

A cui aggiungo una quarta regola, ché l’anno scorso me le hanno fatte girare:

4 – è vietato riscrivere le regole. Dovete limitarvi a copiarle, così come io le ho concepite

E veniamo alla mia lista.

Strategie Evolutive – perché è un blog divertente, acuto, pieno zeppo di consigli per la lettura e ad alto tasso di intelligenza senza risultare pedante.

Cronache del Gatto sul Fuoco – non perché mi ha nominato e devo restituire il favore (e comunque grazie!) ma perché le sue soluzioni “della casa” per i problemi del Master sono davvero utilissime, perché è ironico senza essere sarcastico, perché sa sempre trovare al momento giusto l’argomento giusto.

Imbrattabit – nemmeno lui perché mi ha nominato (comunque grazie anche a lui), ma perché è una miniera di informazioni sui giochi di ruolo più o meno conosciuti. Ogni post contiene sempre qualcosa di nuovo e interessante.

Appunti sparsi di una nerd – Perché a differenza del sottoscritto ha il dono della sintesi, scrive cose intelligenti e la sua serie di post sull’araldica è ‘nu bbabbà. E perché di nerd che scrivono cose da nerd non ce n’è mai abbastanza.

Laboratorio di scrittura creativa – Perché gli articoli che danno consigli sulla scrittura sono interessanti e perché i suoi rant sono spassosi. Perché devo farmi perdonare per non aver continuato la catena dopo che mi aveva tributato il Versatile Blogger Award… troppe cose da fare, il Boomstick è più comodo!

Caponata meccanica – Perché è pieno di spunti interessanti, parla di scrittura, gdr, librigame e un sacco di altre cose nel modo che preferisco, cioè con profonda leggerezza (o leggera profondità). Un rito quotidiano, come cappuccino e cornetto al mattino.

Terre tormentate – semplicemente il miglior blog italiano di old school, con tanto materiale utile e un’impostazione no-nonsense che mi piace molto.

Ecco fatto. Grazie per la stima di chi mi ha nominato, ora vi mostro la mia danza “ho-un-boomstick-award-anche-io”:

tichitità, tichitità, tichititichititichitità
tichitità, tichitità, tichititichititichitità

Keep gaming.