Se non avete visto Stranger Things, guardatelo. Se non sapevate che ci fosse, come diceva Guzzanti, “sapevatelo”.

Comunque a un certo punto i bambini protagonisti della serie giocano a D&D, e il Master fa loro incontrare IL Demogorgòne, al che io balzo sulla sedia. Ma non si diceva LA Demogòrgone, femminile e sdrucciola? Ohibò, perdinci e poffarbacco, questo problema richiede una pronta soluzione: non sia mai che mi occupi di far ordine nella mia vita incasinata, di fare un po’ di soldi, di salvare il rapporto di coppia dalle picconate infertegli quotidianamente dai miei due adorabili pargoletti! Miei fedeli cavalieri Oli e Devoto, a me! Il mondo ha bisogno di noi!

E invece Oli e Devoto, devo dire in maniera alquanto farisaica, danno Demogòrgone come prima dicitura, e Demorgorgòne come alternativa. Del genere, poi, se ne sbattono proprio. E se si guarda un’immagine di Demogorgone si capisce anche perché:

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Ripiego sulla Treccani, senza farmi troppe illusioni. La Treccani conferma il doppio uso. Mi accanisco, provo a rivolgermi al latino. Prendiamo ad esempio il termine “Gorgon”, che potrebbe traslare in italiano sia con gòrgone che con gorgòne. Tuttavia al genitivo fa gorgŏnis, e non gorgōnis. Quindi: Gòrgone, non Gorgòne (le Gorgoni erano Medusa, Steno ed Eurìale e con il demone in questione avevano poco a che spartire, se si eccettua una parte del corpo a forma di serpente: nel caso delle Gorgoni, i capelli; nel caso di Demogorgone, le braccia e in alcune raffigurazioni il collo). L’assonanza dei nomi però è notevole, e sarei portato a credere che da questo derivi un uguale trattamento per quanto riguarda l’accento. Se non fosse che i traditori Oli e Devoto mi danno Gòrgone e Gorgòne come equivalenti. Ignavi, vili, bipartisan. Sarete riposti sullo scaffale più alto, a prender polvere mentre me la faccio con un volgare Zingarelli, così, tanto per farvi rodere il fegato.

E vabbè. Dato che ormai siamo in ballo, vediamo chi è Demogorgone, perché in D&D non l’ho mai usato.

In D&D, Demogorgone compare per la prima volta come principe dei demoni, è maschio ed è un rettiloide con due teste da babbuino, una coda biforcuta, tentacoli al posto delle braccia. Idem nel Manuale dei Mostri di AD&D prima edizione.

Nella BECMI compare (nell’Immortal Set) come femmina, denominata, tra l’altro, The Dark Lady, anche se l’aspetto non è cambiato: sempre affascinante.

Da lì in avanti è un delirio, ogni edizione modifica un po’ l’aspetto e i poteri di questo principe (o principessa) dei demoni.

Il fatto è che Demogorgone è il prototipo del demone D&D: un pupazzone pieno di poteri e gonfio di punti ferita, che non lo tiri giù neanche con un carro armato. Io comincio a non poterne più di demoni e diavoli fatti in questa maniera. Siamo d’accordo che D&D non va tanto per il sottile, alla fine dei conti son mazzate e poco più. Tutto il resto ce lo mettono i giocatori, con la loro voglia di immedesimazione, con le loro idee strambe, con la loro interazione al tavolo. Però anche il materiale dovrebbe stimolare la fantasia, non soltanto stupire con la logica ammmericana del “the bigger, the better”.

Tanto per fare un esempio: sto leggendo la trilogia dell’Area X di Jeff Vandermeer. Ho divorato i primi due romanzi mentre il terzo va un po’ a rilento, ma forse è colpa mia. Comunque il primo dei romanzi, intitolato Annientamento e incentrato sulla presentazione della famigerata Area X, è lovecraftiano al massimo, e non fa nessuna concessione allo spettacolare fine a sè stesso. In sostanza, manca il pupazzone. Manca del tutto un riferimento univoco da identificare con il “cattivo”. In compenso sono ben delineate le paure, le tragedie personali, le piccole e grandi miserie dei personaggi. Mi sto affezionando sempre più a questo modo di interpretare l’antagonista, soprattutto nel gioco horror, ma vorrei vederlo più spesso in giochi come D&D. In confronto IL Demogorgòne di Stranger Things è molto, ma molto più interessante. Non voglio rovinare la sorpresa a chi non ha visto la serie, ma credo di poter dire che sia un antagonista valido soprattutto perché è il simbolo della totale alienità costituita dal “sottosopra”, non tanto perché è un pupazzone brutto brutto con mille punti ferita. E se ve lo state chiedendo, no, anche Cthulhu nel mio modo di vedere le cose non è un pupazzone con mille punti ferita.

Quindi, per quanto mi riguarda, Demogorgone D&D bocciato, Demogorgone Stranger Things promosso. Cosa significa tutto ciò? Boh, ormai il flusso di coscienza è totale. Perdonate.

E giocate.

3 pensieri su “Demogòrgone o Demogorgòne?

  1. Ho giocato poco a d&d qualsivoglia edition (ma alla resa dei conti, le ho giocate tutte. Buffo!) e il/la democoso non l’ho mai affrontato.
    Meglio per me, personaggi gonfi di poteri e pf non ne ho mai avuti! 😛

  2. Tu hai bisogno di farti vedere….. ma da uno bravo però!!!
    Io manco sapevo esistesse la demògorgone… eh eh

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