horror-background-3L’altra volta abbiamo affrontato il primo problema che si trova a dover risolvere il Master che voglia approcciarsi al gioco horror, cioè la scelta del sistema.  La conclusione era che il sistema ideale è quello con meno regole possibili, in particolare riguardanti il combattimento. Sono da preferire i regolamenti che incoraggiano il failing forward, cioè un sistema di conseguenze variegate delle prove (riuscite o meno) dei personaggi. In mancanza, sarà il Master a dover gestire la cosa e in uno dei post seguenti vedremo come.

Oggi vediamo il secondo elemento imprescindibile ai fini dell’effetto finale che si vuole ottenere, che ricordiamolo è il far sentire in pericolo il giocatore e non il personaggio. Oggi parliamo della…

2. Collaborazione del giocatore

Siamo adulti. Oh, be’… adulti che fingono di essere maghi e discutono di spade +4 e dell’opportunità per l’Inghilterra di mantenere l’India all’inizio di una partita di Axis&Allies… diciamo allora che siamo “diversamente adulti”, ma sempre adulti siamo. Quindi non ci spaventiamo per un racconto se in qualche misura non vogliamo farci spaventare. Questa disponibilità è irrinunciabile ai fini della buona riuscita di un gioco horror. Se nel gruppo sono tutti concordi nel mantenere l’atmosfera, tutto risulterà più facile. I problemi principali sono due, di segno opposto, ma sempre dettati dal narcisismo di un solo giocatore.

PROBLEMA 1: il Burlone. Questo giocatore non deve giocare a un gdr horror. Non solo non apprezzerà l’esperienza, ma romperà le scatole a tutti gli altri giocatori e al Master. Sono sicuro che sapete chi è il burlone. Quello che ha sempre la battuta pronta, quello che prende ogni occasione come scusa per fare ironia o per stare al centro dell’attenzione. Quello che non sopporta la più piccola tensione interiore e deve per forza esternarla sublimandola in una battuta che spesso non fa nemmeno ridere. Quello che nei momenti topici tira un peto che farebbe impallidire un facocero. Quello che decide che la situazione gli ricorda una barzelletta tanto carina… e te la deve raccontare per forza. Inutile negarlo, tutti hanno uno così nel gruppo. Nel mio gruppo sono quasi tutti così, ma riusciamo a divertirci lo stesso anche quando giochiamo horror. Questo perché non tutti i burloni sono da escludere, ma solo quelli che non capiscono quando è ora di smetterla. Quel tipo di burloni è come la peste per un gioco horror. Intendiamoci, non sto dicendo di bandire l’umorismo dal tavolo da gioco. Anche un gioco horror può beneficiare di uno scherzo ogni tanto, specialmente quando è dettato dalla necessità per il giocatore di alleggerire la tensione: un po’ come quando si è soli di notte e ci si ritrova a fischiettare per farsi coraggio. Non ditemi che non l’avete mai fatto perché tanto non vi credo. Però una cosa è un sorriso di tanto in tanto, un’altra è Groucho Marx che trasforma il gioco nel suo palcoscenico personale.

SOLUZIONE: escludeteli senza pietà oppure rinunciate in partenza. Non illudetevi di disciplinarli o di irretirli con la vostra sublime oratoria: al momento più inopportuno vanificheranno ogni sforzo vostro e degli altri giocatori dicendo un’idiozia di troppo che spezza l’atmosfera e rovina il gioco.

PROBLEMA 2: l’Esagerato. Individuo per fortuna più raro del Burlone, l’Esagerato non è meno distruttivo, solo che lo è in maniera più sottile. L’Esagerato è uno che forza talmente l’immedesimazione da risultare caricaturale. Vuole le luci soffuse, pretende di interpretare “in character” qualsiasi cosa e parla sottovoce, dicendo a ogni piè sospinto che è preoccupato e spaventato. Arriva a piagnucolare. Sul serio. Perché è così distruttivo? Innanzitutto perché ha la brutta abitudine di riprendere gli altri giocatori, quelli a suo dire indisciplinati o poco coinvolti. Già il Master che corregge esplicitamente un giocatore sul suo modo di giocare è sgradevole, ma che lo faccia un giocatore è pesante da digerire per chiunque. Inoltre l’Esagerato è talmente sopra le righe da risultare ridicolo. Sono io il primo ad apprezzare sensazioni forti in un gioco horror e mi fa piacere provare un brivido alla schiena quando succedono cose (vi confesso che un paio di volte ho provato un brivido mentre ero io narrare certe nefandezze!). Però ripetiamolo ancora una volta: siamo adulti (speciali, specialissimi adulti, meravigliosi bambinoni, ma ahimè fuori tempo massimo per certe cose). Mi spaventa di più la rata del mutuo di un nemico immaginario. Anzi, secondo alcuni voglio farmi spaventare dal nemico immaginario proprio perché così esorcizzo il timore della rata del mutuo (nota personale: sono un mucchio di cazzate, questa storia dell’esorcizzare le paure tramite l’horror, ma ne riparleremo). Quindi mi infastidisce vedere qualcuno che finge di essere spaventato per far vedere quanto è bravo a giocare. Questi soggetti poco raccomandabili generalmente non hanno un background di D&D et similia, o se ce l’hanno è molto ridotto, dato che presto scoprono Vampiri e credendo che sia il gioco perfetto per loro (non lo è, chiariamo subito) vanno ad ammorbare un Narratore invece che un Master. Qualunque sia il loro gioco di origine, risultano strabordanti oltre misura.

SOLUZIONE: Parlate loro in maniera franca ma non troppo brutale. In fondo, a differenza del Burlone, gli Esagerati hanno almeno idea di cosa sia il gioco di ruolo, quindi si tratta solo di evitare che vadano sopra le righe. Spiegate loro che l’horror che intendete servire al gruppo non è una recita, è un’esperienza intima, che è tanto più intensa quanto meno è condivisa in modo plateale. L’istrionismo di un giocatore sottrae attenzione degli altri giocatori a ciò che accade dentro di loro. Se proprio non riuscite a convincerlo, adottate una tattica estrema: fategli scoprire il gioco live. Non lo rivedrete più. E vi guadagnerete l’odio sempiterno dei suoi malcapitati compagni di live.

Queste due categorie di giocatori disfunzionali sono pericolose per tutti i gdr, ma risultano molto più nocivi nell’horror, perché le atmosfere su cui si basa sono quanto di più rarefatto e fragile si possa immaginare.

La prossima volta proverò a elencare alcuni trucchi di stretta tecnica narrativa che possono aiutare a costruire e a mantenere queste atmosfere.

Keep gaming.

3 pensieri su “L’orrore nel gioco di ruolo – seconda parte

  1. Ma la continuazione di questo articolo? Lo seguivo con molto interesse, e a quanto pare sono anche l’unico a commentare. Attendo con trepidazione, oppure mi dai le dritte quando ci vediamo.

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